Immagine creata da Karolina Grabowska Karolina Grabowska – fotografia (pexels.com)
Washington, 17 maggio 2024 – Gli Stati Uniti hanno annunciato l’imposizione di nuovi dazi su una vasta gamma di merci importate dalla Cina, intensificando ulteriormente le tensioni commerciali tra le due maggiori economie del mondo. La misura, che entrerà in vigore il prossimo mese, prevede tariffe aggiuntive del 25% su beni per un valore complessivo di 200 miliardi di dollari, inclusi prodotti tecnologici, abbigliamento e componenti industriali.
Le ragioni della decisione
L’amministrazione statunitense, guidata dal presidente Joe Biden, ha giustificato la decisione come una risposta alle pratiche commerciali scorrette da parte della Cina. Tra le principali accuse rivolte a Pechino vi sono il furto di proprietà intellettuale, il dumping eccessivo e i sussidi statali alle imprese cinesi che, secondo Washington, distorcono il mercato globale a discapito delle aziende americane.
“È fondamentale che il commercio internazionale sia equo e reciproco”, ha dichiarato il Segretario al Commercio, Gina Raimondo. “Queste nuove tariffe mirano a proteggere i lavoratori e le industrie americane dalle pratiche sleali che danneggiano la nostra economia e compromettono la nostra competitività.”
Reazione cinese
La Cina ha risposto con fermezza all’annuncio, promettendo ritorsioni equivalenti. Il Ministero del Commercio cinese ha condannato la mossa come una violazione delle norme dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e ha annunciato l’intenzione di presentare una denuncia formale. Inoltre, Pechino ha minacciato di imporre a sua volta nuovi dazi su beni statunitensi, colpendo settori strategici come l’agricoltura e l’industria automobilistica.
“Le azioni unilaterali degli Stati Uniti danneggiano gravemente l’ordine economico globale e le relazioni bilaterali”, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri cinese. “La Cina adotterà tutte le misure necessarie per difendere i propri diritti e interessi legittimi.”
Impatto economico
Gli analisti avvertono che questa escalation potrebbe avere significative ripercussioni sull’economia globale. I dazi aumenteranno i costi per le aziende americane che dipendono dalle forniture cinesi, potenzialmente portando a un aumento dei prezzi per i consumatori e a una riduzione dei margini di profitto. Allo stesso tempo, le ritorsioni cinesi potrebbero colpire duramente settori chiave dell’economia statunitense, come l’agricoltura, che già affronta sfide significative.
“L’intensificazione della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina potrebbe causare una maggiore volatilità sui mercati finanziari e rallentare la crescita economica globale”, ha commentato Lisa Anderson, economista presso la Brookings Institution. “Le aziende potrebbero ritardare gli investimenti e rivedere le loro catene di approvvigionamento in risposta all’incertezza.”
Contesto e sviluppi futuri
Questa nuova ondata di dazi rappresenta l’ultimo capitolo di una lunga serie di tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, iniziate con l’amministrazione Trump nel 2018. Sebbene siano stati fatti alcuni tentativi di negoziazione, le relazioni rimangono tese, con entrambe le parti che faticano a trovare un terreno comune.
Nel frattempo, i partner commerciali e gli alleati degli Stati Uniti osservano con preoccupazione, temendo che l’inasprimento delle tariffe possa innescare una spirale di misure protezionistiche a livello globale. L’Unione Europea ha già espresso preoccupazione per le possibili ripercussioni sui mercati internazionali e ha sollecitato entrambe le parti a tornare al tavolo delle trattative.
Mentre il mondo attende di vedere come si evolverà la situazione, è chiaro che le relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina continueranno a essere un fattore determinante per l’economia globale nei mesi e negli anni a venire.
di Michele…