11 Settembre 2024

Immagine Creata con AI dall’autore di questo sito Michele…

Salve a tutti… Oggi voglio portarvi dietro le quinte di un tema controverso e spesso poco discusso: quello degli “inventori di malattie”. Questo termine, seppur provocatorio, si riferisce a un fenomeno reale e preoccupante, in cui le grandi case farmaceutiche giocano un ruolo cruciale. Aziende come Eli Lilly, Novo Nordisk, Johnson & Johnson, Merck, Abbvie, Roche, Novartis, AstraZeneca, Pfizer e Amgen sono state spesso accusate di amplificare o addirittura inventare condizioni mediche per espandere il mercato dei loro farmaci.

Le Radici del Problema

Il concetto di “inventare malattie” è stato esplorato a fondo da vari studiosi e autori, tra cui Ray Moynihan e Alan Cassels nel loro libro “Selling Sickness” (2005). Secondo Moynihan e Cassels, molte delle condizioni di cui sentiamo parlare quotidianamente, come il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), la disfunzione erettile e l’osteoporosi, sono state esagerate o ridefinite per includere una porzione più ampia della popolazione. Questo allargamento dei criteri diagnostici ha portato a un incremento vertiginoso delle diagnosi e, di conseguenza, delle prescrizioni di farmaci.

Casi Esemplari e Date Chiave

Eli Lilly e il Disturbo Bipolare

Nel 2002, Eli Lilly ha lanciato una massiccia campagna di marketing per promuovere Zyprexa, un farmaco antipsicotico, come trattamento per il disturbo bipolare. La campagna ha avuto successo, e in pochi anni il numero di diagnosi di disturbo bipolare è aumentato significativamente. Tuttavia, numerosi esperti hanno criticato la decisione di estendere l’uso di Zyprexa, sottolineando i rischi associati agli effetti collaterali gravi del farmaco, tra cui l’aumento di peso e il diabete.

Novo Nordisk e il Diabete

Novo Nordisk, leader mondiale nella produzione di insulina, ha giocato un ruolo chiave nella ridefinizione del diabete di tipo 2. Negli anni ’90, l’azienda ha promosso la sensibilizzazione sul “pre-diabete”, una condizione caratterizzata da livelli di zucchero nel sangue leggermente elevati. Questa strategia ha ampliato significativamente il mercato dei farmaci per il diabete, con molti pazienti che iniziano la terapia con farmaci come Victoza e Ozempic ben prima di sviluppare un diabete conclamato.

Johnson & Johnson e il Dolore Cronico

Nel 2001, Johnson & Johnson ha introdotto il Duragesic, un cerotto a base di fentanil per il trattamento del dolore cronico. Attraverso campagne pubblicitarie aggressive e il finanziamento di studi scientifici, l’azienda ha contribuito a cambiare la percezione del dolore cronico, spingendo per un trattamento più aggressivo e farmacologico. Tuttavia, questa strategia ha avuto conseguenze devastanti, contribuendo alla crisi degli oppioidi che ha colpito gli Stati Uniti e altri paesi.

Implicazioni Etiche e Sociali

La pratica di ridefinire le malattie non è solo una questione di marketing aggressivo; ha implicazioni profonde e spesso devastanti per la società. In primo luogo, porta alla medicalizzazione della vita quotidiana, trasformando normali variazioni della salute umana in patologie che richiedono interventi farmacologici. Questo non solo aumenta i costi sanitari, ma espone anche milioni di persone a effetti collaterali potenzialmente pericolosi.

In secondo luogo, questa pratica solleva serie questioni etiche. Quando le aziende farmaceutiche finanziano studi scientifici o campagne di sensibilizzazione, c’è un evidente conflitto di interessi. Queste attività, spesso mascherate da iniziative educative, possono distorcere le evidenze scientifiche e influenzare le decisioni mediche in modo da favorire i profitti aziendali piuttosto che la salute dei pazienti.

La Risposta delle Autorità e il Ruolo della Vigilanza

Negli ultimi anni, le autorità regolatorie hanno iniziato a prestare maggiore attenzione a queste pratiche. Ad esempio, la FDA (Food and Drug Administration) negli Stati Uniti e l’EMA (European Medicines Agency) in Europa hanno intensificato la loro vigilanza sulle campagne di marketing farmaceutico. Tuttavia, la regolamentazione da sola non è sufficiente. È essenziale che i professionisti della salute, i pazienti e il pubblico in generale siano informati e consapevoli delle strategie utilizzate dalle case farmaceutiche.

Conclusioni

L’invenzione delle malattie da parte delle grandi case farmaceutiche rappresenta una delle sfide più insidiose della medicina moderna. Sebbene i farmaci abbiano indubbiamente migliorato e salvato innumerevoli vite, è fondamentale mantenere un equilibrio tra l’innovazione terapeutica e l’etica medica. Come giornalista, continuerò a indagare e a riportare su queste questioni, nella speranza di contribuire a un sistema sanitario più trasparente e giusto per tutti.

Maria Rossi, maggio 2024.

INCLUDI NELL’ARTICOLO ANCHE LE VICENDE FAMOSE DELLE CASE FARMACEUTICHE AstraZeneca, PfizerChatGPT

Inventori di Malattie: L’Inquietante Connubio tra Industria Farmaceutica e Salute Pubblica

Mi chiamo Maria Rossi e sono una giornalista investigativa con oltre dieci anni di esperienza nel settore della salute e della medicina. Oggi voglio portarvi dietro le quinte di un tema controverso e spesso poco discusso: quello degli “inventori di malattie”. Questo termine, seppur provocatorio, si riferisce a un fenomeno reale e preoccupante, in cui le grandi case farmaceutiche giocano un ruolo cruciale. Aziende come Eli Lilly, Novo Nordisk, Johnson & Johnson, Merck, Abbvie, Roche, Novartis, AstraZeneca, Pfizer e Amgen sono state spesso accusate di amplificare o addirittura inventare condizioni mediche per espandere il mercato dei loro farmaci.

Le Radici del Problema

Il concetto di “inventare malattie” è stato esplorato a fondo da vari studiosi e autori, tra cui Ray Moynihan e Alan Cassels nel loro libro “Selling Sickness” (2005). Secondo Moynihan e Cassels, molte delle condizioni di cui sentiamo parlare quotidianamente, come il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), la disfunzione erettile e l’osteoporosi, sono state esagerate o ridefinite per includere una porzione più ampia della popolazione. Questo allargamento dei criteri diagnostici ha portato a un incremento vertiginoso delle diagnosi e, di conseguenza, delle prescrizioni di farmaci.

Casi Esemplari e Date Chiave

Eli Lilly e il Disturbo Bipolare

Nel 2002, Eli Lilly ha lanciato una massiccia campagna di marketing per promuovere Zyprexa, un farmaco antipsicotico, come trattamento per il disturbo bipolare. La campagna ha avuto successo, e in pochi anni il numero di diagnosi di disturbo bipolare è aumentato significativamente. Tuttavia, numerosi esperti hanno criticato la decisione di estendere l’uso di Zyprexa, sottolineando i rischi associati agli effetti collaterali gravi del farmaco, tra cui l’aumento di peso e il diabete.

Novo Nordisk e il Diabete

Novo Nordisk, leader mondiale nella produzione di insulina, ha giocato un ruolo chiave nella ridefinizione del diabete di tipo 2. Negli anni ’90, l’azienda ha promosso la sensibilizzazione sul “pre-diabete”, una condizione caratterizzata da livelli di zucchero nel sangue leggermente elevati. Questa strategia ha ampliato significativamente il mercato dei farmaci per il diabete, con molti pazienti che iniziano la terapia con farmaci come Victoza e Ozempic ben prima di sviluppare un diabete conclamato.

Johnson & Johnson e il Dolore Cronico

Nel 2001, Johnson & Johnson ha introdotto il Duragesic, un cerotto a base di fentanil per il trattamento del dolore cronico. Attraverso campagne pubblicitarie aggressive e il finanziamento di studi scientifici, l’azienda ha contribuito a cambiare la percezione del dolore cronico, spingendo per un trattamento più aggressivo e farmacologico. Tuttavia, questa strategia ha avuto conseguenze devastanti, contribuendo alla crisi degli oppioidi che ha colpito gli Stati Uniti e altri paesi.

AstraZeneca e il Disturbo d’Ansia Generalizzato

AstraZeneca è un’altra azienda che ha attirato l’attenzione per le sue pratiche di marketing discutibili. Nel 2001, l’azienda ha lanciato Seroquel, un antipsicotico atipico, promuovendolo anche per il trattamento del disturbo d’ansia generalizzato e altre condizioni fuori etichetta. Nonostante la mancanza di prove solide per queste indicazioni, AstraZeneca ha spinto aggressivamente per l’uso di Seroquel, portando a un aumento delle prescrizioni e a una serie di controversie legali. Nel 2010, AstraZeneca ha accettato di pagare 520 milioni di dollari per risolvere le accuse di marketing ingannevole e promozione illegale di Seroquel.

Pfizer e la Disfunzione Erettile

Pfizer ha rivoluzionato il trattamento della disfunzione erettile con il lancio di Viagra nel 1998. La campagna di marketing di Pfizer non solo ha normalizzato la condizione, ma ha anche ampliato la definizione di disfunzione erettile per includere uomini con sintomi lievi o occasionali. Questo ha portato a un boom delle prescrizioni di Viagra e ha aperto la strada a un mercato multimiliardario per i trattamenti della disfunzione erettile. Tuttavia, critici hanno sottolineato come la commercializzazione aggressiva abbia medicalizzato una condizione che, in molti casi, può essere gestita senza farmaci.

Implicazioni Etiche e Sociali

La pratica di ridefinire le malattie non è solo una questione di marketing aggressivo; ha implicazioni profonde e spesso devastanti per la società. In primo luogo, porta alla medicalizzazione della vita quotidiana, trasformando normali variazioni della salute umana in patologie che richiedono interventi farmacologici. Questo non solo aumenta i costi sanitari, ma espone anche milioni di persone a effetti collaterali potenzialmente pericolosi.

In secondo luogo, questa pratica solleva serie questioni etiche. Quando le aziende farmaceutiche finanziano studi scientifici o campagne di sensibilizzazione, c’è un evidente conflitto di interessi. Queste attività, spesso mascherate da iniziative educative, possono distorcere le evidenze scientifiche e influenzare le decisioni mediche in modo da favorire i profitti aziendali piuttosto che la salute dei pazienti.

La Risposta delle Autorità e il Ruolo della Vigilanza

Negli ultimi anni, le autorità regolatorie hanno iniziato a prestare maggiore attenzione a queste pratiche. Ad esempio, la FDA (Food and Drug Administration) negli Stati Uniti e l’EMA (European Medicines Agency) in Europa hanno intensificato la loro vigilanza sulle campagne di marketing farmaceutico. Tuttavia, la regolamentazione da sola non è sufficiente. È essenziale che i professionisti della salute, i pazienti e il pubblico in generale siano informati e consapevoli delle strategie utilizzate dalle case farmaceutiche.

Riflessioni

L’invenzione delle malattie da parte delle grandi case farmaceutiche rappresenta una delle sfide più insidiose della medicina moderna. Sebbene i farmaci abbiano indubbiamente migliorato e salvato innumerevoli vite, è fondamentale mantenere un equilibrio tra l’innovazione terapeutica e l’etica medica. Come giornalista, continuerò a indagare e a riportare su queste questioni, nella speranza di contribuire a un sistema sanitario più trasparente e giusto per tutti.

Documentario “Inventori di Malattie” https://www.youtube.com/watch?v=7MeOQJ_ncos

Articolo di Michele… 26 Maggio 2024.

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